Eri vicina.Sul telo steso aterra, come quelli utilizzati dai venditori ambulanti, offrivi i tuoi monili a pochi euro.
Bracciali e collane simil oro di rara bellezza e di fine eleganza. Così dicevi alle clienti complicate che sostavano attratte per un attimo per poi tiravar via. Una si ferma; al suo polso penzola un bracciale come i tuoi; brilla allo stesso modo ma, precisa la donna, è oro puro, di diversi carati. Non ti arrendi e presenti il tuo prodotto, convinci la donna ad acquistare per soli 6 euro. La donna lo indossa soddisfatta. Chissà perchè, prima che vada via col monile, le chiedi del marito, manager, chiedi notizie sull’elaborazione delle buste paga delle maestranze. Domanda incomprensibile che non riesco a collocare nel contesto. La donna risponde di non sapere in verità la risposta corretta. Il marito, certo dottor Santullo la tiene all’oscuro di tali questioni. Il piccolo gitano appare all”improvviso ma non ci coglie di sorpresa; il furto dei monili fallisce ma tu lo rincorri ugualmente minacciosa.
Sono preoccupato: temo che il piccolo ti attiri in una trappola. Lascio incustodita la mercanzia e vi rincorro a mia volta mentre sparite in una folta vegetazione. Perdo le tracce del ragazzo ma riesco a individuarti addossata a un muretto mentre osservi, a valle, scene di sommosse incomprensibili.
Militi non ben identificati in assetto di guerra con elmetti e blindati immobilizzano con una rapidità straordinaria migliaia di dimostranti. Li fanno sdraiare allineati e non risparmiano manganellate micidiali. Percepiamo chiaramente la disperazione e la sofferenza ma la distanza ci impedisce di udire le urla.E’ come assistere a un film dell’orrore senza sonoro. Come fosse un sogno.
Hai paura. Ti cingo istintivamente la vita. Lo faccio maldestramente e me ne scuso. Temo tu possa equivocare e mi pongo in difesa. Ma tu mi stupisci, ti volti apparentemee stupefatta e trasmetti assenso. In un attimo tutto svanisce: i monili, il gitano, le sommosse i feriti. Restiamo solo noi due uniti in un bacio fuori tempo, incuranti dei curiosi di prossimità. In rapida sequenza siamo avvinti, oltre il bacio. Il cielo che tocchiamo va oltre il settimo e perdiamo il conto. L’estasi ci coglie all’unisono.
Ma è solo suggesione onirica. L’immenso letto ha la metà vuota; il freddo del climatizzatore non si sposa col sole che penetra dai tendaggi che faticano a coprire l’enorme vetrata del futuribile hotel bolognese.
La realtà disegna una calda giornata priva di suggestione, ma altrettanto intensa e complicata.
Chissà che non tornerai, magari un’altra notte; evanescente creatura, impalbabile come i sogni.