Attendo, ingenuamente, e all’infinito
un tuo ravvedimento meditato
sul male causato dai tuoi drammi
ai cuori altrui, al mio non pochi danni.
Tu sai che so cos’è che ti tormenta
ancor tu sai ch’è pronta la mia spalla
a sostenere il viso tuo segnato
quando sei sola, e l’animo traballa.
Ma nonostante tutto in collisione
stanno due cuori dentro il nostro petto,
il tuo, confuso nei retaggi del passato,
ti spinge fatalmente nel sospetto.
Il mio … sincero, certo, ma irritato
per la malevolenza sprigionata
a te instillata da miseri consigli
da miser donna che ti ha generata.
In nome di tal bene immaginario
soffoca con dovizia magistrale
tutti i tuoi sensi, specie il voluttuario
negato a lei da spirito ancestrale.
Per una falsa idea di protezione
la paglia vuol distinguere dal fuoco
non precisando, e questo è molto male,
che i due elementi bruciano per gioco
un gioco appassionato, un po’ d’azzardo
dove la posta è alta, è senza prezzo
in gioco sono i cuori, ma il suo dardo
li ferma prima, e non senza disprezzo.
Innominata, tu ci sei cascata
in quella rete di disperazione
blandita dall’amore, appena nata,
ora sei schiava di desolazione.
Temi per questo, di ardere a quel fuoco
o di bruciare al tuo tutta la paglia
che custodisce e scalda ogni pensiero?
O temi sol che manchi la scintilla?
Se al fuoco certo la risposta è sì,
il tuo timore ha sicuro fondamento
se la scintilla scaturisse un dì
la fiamma toccherebbe il firmamento.
Non temo, io maschio, né odio la perfidia
figlia d’una stregata associazione.
Se chi consiglia è ormai anima persa
tu puoi tornare nuovamente tersa.
A me, al maschio, non chiedere perdono,
non potrei, nulla ti si deve perdonare.
Giova capire le miserie umane
senza alcun odio e men che mai rancore.
Odio piuttosto me, si fa per dire
per non considerare che quel male
che, come uomo, ricevo dal quel tuo dire
sarebbe nullo col saper agire o almeno alleggerito con l’odiare.
Anche Se tu mi odiassi, ma a ragione,
sarebbe serio dirlo, e poi sparire.
Ne soffrirei, eppur potrei capire
facendo spazio alla rassegnazione.
Ma tu “t’amo” non dici, né “ti odio”.
Arido il cuore tuo a tratti appare
come una roccia nel deserto persa
su cui neppur lo sguardo puoi posare.
Per questo attendo che tu ti ravveda.
Lunga è la via per liberar la mente
condizio necessaria per l’amore
per sé, pria, e dopo per l’amante
Per chiudere in bellezza, non provare
a riconoscerti nell’Innominata.
Rischi con gran clamore di sbagliare.
È pura fantasia, donna mai stata.